Amore Stregato e Io no! Finalisti a Roma
22.03.2019
Quel venerdì sera partimmo subito dopo le lezioni di Dana. Un viaggio in treno lunghetto (troppo) fino a Milano, il tempo per un aperitivo alla Stazione Centrale con la mia solita protesta per non trovare nella città meneghina un Franciacorta e doversi accontentare di un Prosecco, e poi via di freccia fino a Roma. Arrivammo nella città eterna attorno alle 23.00. Lavori sulla tratta Bologna - Firenze rallentarono il bel viaggiare della Freccia costringendola quasi a passo d’uomo.
Raggiungemmo subito l’albergo optando per il taglio netto alla cena: troppo tardi, troppo stanchi. Quell’albergo lo conosciamo bene poiché meta fissa per i nostri soggiorni romani e quindi decidemmo di rilassarci nell’incantevole Roof sul tetto dove, nell’American Bar, Salvatore, il barista oramai diventato amico, ci accolse con un sorriso e due Gin Tonic, per me e Cinzia, con una Coca per Dana, ovviamente.
Incontrammo una strana coppia di amiche. Parla tu che parlo io, emerse che arrivano dagli USA; sì, avete capito bene, from United States of America e precisamente da Now York City. Scusate gli inglesismi, essendo passato poco tempo da quell’incontro è probabile che qualcosa mi sia rimasto…
Fu un piacevole chiacchierare e una delle due ci disse di come suo figlio si trasferì a Lucerna. Aggiunse poi che era sposato con una donna di origini italiane e quindi suo nipote stesse imparando anche l’Italiano. Dana e io non potemmo esimerci dal regalarle una copia di “Io no!” da inviare al nipotino con tanto di dedica. Mi fece sorridere pensare che quella copia dell’illustrato fosse partita da S. Antonino, arrivò a Roma, se ne sarebbe andata oltre oceano per poi ritornare in Svizzera a pochi chilometri dal punto di partenza. Stranezze del nostro mondo.
Comunque archiviammo la serata e ci presentammo a Monterotondo in perfetto orario (da buoni Svizzeri) per la premiazione del concorso letterario. Non che avessimo avuto delle grandi speranze, ma, come dissi a Dana, già esserci significava tanto.
Come mi succede ogni volta che vado a queste premiazioni, durante le presentazioni dei finalisti continuo a dirmi: “ma che ci faccio qui?”. I grossi calibri che prendono la parola in questi avvenimenti arrivano da esperienze universitarie, giornalistiche e quant’altro. Poi arrivò il nostro turno, pardre e figlia, spalla a spalla, e spiegammo un po’ come nacque l’idea del volume in concorso, anticipato da un breve momento dove presentai il mio Amore Stregato.
La cerimonia si protrasse per un po’ finché udimmo la giuria pronunciare le parole: “menzione speciale della giuria, per le illustrazioni e il messagio in esso contenuto: Io no! di Dana e Cristiano Perli.”
Salimmo sul palco a ritirare la pergamena e, devo riconoscere che non mi succede spesso, non riuscii a proncunciare una sola parola se non un lapidario: “Grazie. Scusate, sono commosso.” Ebbene sì, c’è mancato poco che scendesse la lacrimuccia.
Bella poi a seguire la rimpatriata con tutti gli scrittori in gara dove potemmo chiacchierare, raccontarci, scambiarci idee e suggestioni. Insomma, un momento conviviale e arricchente prima di ripartire alla volta di Roma per calarci nei panni dei turisti.
Non che ci rimanesse poi molto da vedere a Roma, seppur riconoscendo che è talmente bella e affascinante da celare sorprese in ogni angolo e qualcosa di nuovo lo si scopre sempre, e, complice il rigore di una temperatura siberiana calatasi sulla regione, desistemmo presto finendo a fare i turisti comodamente seduti ad un tavolo scoprendo nuove specialità locali.
Rientrammo la domenica dopo una cappatina in Piazza San Pietro per la benedizione del Papa, una delle cose che rimanevano nella lista dei desideri e che abbiamo potuto spuntare come fatto, stanchissimi ma soddisfatti.
Alla Venditti potremmo intonare il classico coro: “Grazie Romaaaaaa”
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